Gli amministratori di condominio non mi possono vedere perché spesso gli rompo le uova nel paniere. Non solo loro, ma anche tanti condomini e inquilini non mi possono vedere.
E' brutto sentirsi malvisti e quando sei malvisto, te ne fanno di tutti i colori.
Ti racconto una delle mie esperienze in merito ai regolamenti di condominio che mi sono trovato di fronte.
Copertina di un regolamento di condominio
C'era una volta un condominio di sei unità immobiliari, molto litigioso.
L'amministratore, un professionista con studio in centro e segretaria al fianco, per tentare di mettere ordine in quel vespaio, ha proposto la formazione di un regolamento di condominio perché il condominio ne era privo.
L'assemblea credendo nel carisma dell'amministratore e nel suo potere regale, approva la sua proposta. L'amministratore si è così subito messo al lavoro e, dopo alcuni giorni di tastiera e computer, partorisce un bozza di regolamento che consegna in copia a tutti i proprietari per la visione, convocandoli in assemblea per la ratifica e l'approvazione.
In assemblea, però, i proprietari condomini hanno incominciato a litigare sui vari punti del regolamento, alcuni dei quali andavano a modificare la ripartizione tradizionale delle spese condominiali, perché il nocciolo della questione della litigiosità condominiale era proprio la ripartizione delle spese.
Hanno continuato a litigare per giorni e giorni, per assemblea e assemblea, proponendo modifiche su modifiche dei vari articoli contenuti nel regolamento, uno più assurdo dell'altro, finché un giorno arrivo io, su delega di mio padre che esasperato dalla situazione creatasi in quel condominio di cui mio padre era comproprietario, decide di delegarmi in assemblea.
Siccome ero nuovo e non mi avevano mai visto prima, l'attenzione di quei pochi e combattivi condomini era tutta su di me. Dopo averli sentiti litigare, mi rendo conto della loro profonda ignoranza in materia condominiale e non potendo mettere su un corso accelerato di diritto condominiale, suggerisco loro di lasciar perdere il regolamento di condominio perché non obbligatorio, essendo il numero dei condomini minore di quello previsto dal Codice Civile.
Apriti cielo. Silenzio. Vedo l'amministratore guardarmi con uno sguardo che se avesse potuto mi avrebbe fulminato. Lui continuava a sostenere che per mettere fine alle continue diatribe occorreva stilare un regolamento di condominio che regolamentasse il pagamento delle spese e tanti altri aspetti della vita condominiale sui quali si litigava, perché così non si poteva più andare avanti.
Io invece sostenevo l'inutilità del regolamento per un condominio così piccolo e così litigioso e non era il caso di mettere ancora benzina sul fuoco, perché sostenevo che il pagamento delle spese era già regolamentato da alcuni articoli contenuti negli atti di compra-vendita ai quali ogni proprietario volente o nolente doveva attenersi e, per quanto riguarda gli altri aspetti della vita condominiale, sostenevo che erano sufficienti gli articoli del Codice Civile poco conosciuti dai proprietari presenti.
Constatata l'inutilità e soprattutto la non obbligatorietà del regolamento di condominio in quel caso, l'assemblea decide di non approvare più il regolamento e di affidarsi al Codice Civile. L'amministratore dal canto suo, forse offeso per averlo contraddetto, ma più che altro stufo di amministrare un condominio così litigioso, rassegna le dimissioni chiedendo a me di proporre un subentrante.
Il nuovo amministratore, più competente in materia, riesce a fare rigare dritto il condominio che, per quanto resti litigioso, trova certezza nella conoscenza trasparente della legge e del Codice Civile, nonché trova nella conoscenza dei diritti e dei doveri un criterio di confronto uguale per tutti sul quale orientarsi.
E' importante conoscere la legge, i propri diritti e doveri. C'è ancora molta ignoranza nel settore condominiale e spesso anche l'incertezza del Diritto la fa da padrona, diventando la causa di molti litigi.
Il regolamento del condominio è la legge interna del condominio stesso. Personalmente sono contrario ai regolamenti di condominio perché spesso aggiungono uno strato di incertezza alla legge stessa che è già fonte di incomprensioni e litigi.
I regolamenti di condominio sono, a mio avviso, la tomba del condomino e lo scettro dell'amministratore. Nei regolamenti di condominio i proprietari dovrebbero limitarsi a regolamentare l'uso delle parti comuni, ma spesso si spingono anche a regolamentare l'uso delle singole unità immobiliari private, la loro destinazione d'uso, mettendo limiti e divieti su ciò che si può fare e non fare in casa propria, dandosi così la zappa sui piedi l'uno con l'altro, scavandosi la tomba con le proprie mani.