A cosa serve essere proprietari di una casa se poi non sei libero di farne come ti pare? Succede in Toscana, dove siamo comproprietari di una vecchia casa padronale del 600-700 in pietra, da ristrutturare e in vendita.
La libertà è più importante della proprietà. Abbiamo presentato un progetto di ristrutturazione in Comune, tramite un geometra del posto, ma il progetto è stato bocciato dalla giunta comunale o ufficio tecnico - edilizia. IL motivo della bocciatura, come ci è stato spiegato, è che la Regione Toscana impone dei vincoli storico artistici - architettonici (anche se la casa non ha niente di artistico) che devono essere rispettati.
Il nostro progetto prevedeva la ristrutturazione degli interni, lasciando inalterata la struttura esterna in pietra, in modo da sfruttare meglio gli spazi interni e ricavare due o tre unità immobiliari più piccole anziché una grande.
Non si può fare. La casa padronale è nata con uno stanzone enorme, alto 5-6 metri al centro dell'immobile, con un camino aperto enorme, dove si poteva stare in piedi al suo interno e così deve restare.
Noi siamo dell'idea che un immobile deve essere funzionale alla vita dei nostri giorni, deve essere pensato in funzione dell'uomo e delle sue esigenze e non il contrario. Non ha senso, secondo noi, condizionare le esigenze di vita dell'uomo ai vincoli storico architettonici esistenti 300 anni fa. Possiamo capire i vincoli per la struttura esterna in pietra, ma bloccare anche quella interna, in un contesto urbano agricolo, ci sembra una assurdità degna di persone senza un minimo di buon senso.
Il guaio è che la casa padronale è in stato di abbandono e noi vorremmo venderla a qualcuno che abbia le risorse per ristrutturarla, ma credo, visto i vincoli che la regione Toscana impone, non interessi a nessuno spendere un capitale per comperarla e un altro capitale per ristrutturarla se poi non puoi farne quello che vuoi. Per cui credo che non se ne farà niente e un bel giorno quella casa crollerà (è già crollato il tetto) sotto il peso dei vincoli storico - architettonici della regione Toscana.
Cosa facciamo? Dobbiamo fare un abuso e poi chiedere il condono a cose fatte? La dobbiamo lasciare cadere in rovina, visto che non abbiamo intenzione di investire un capitale in una casa che poi sarà difficile, se non impossibile, vendere per inadeguatezza della sua struttura interna alle esigenze del mondo di oggi?
Questa storia mi fa capire che la libertà è più importante della proprietà e là dove la tua libertà di azione, il tuo spirito di iniziativa, viene limitato da assurde leggi, regole, norme e sottomesso alla volontà di una Regione, come nel caso della Regione Toscana, le conseguenze possono essere controproducenti se non disastrose.
Dispiace che una importante e preziosa risorsa come la casa sia fatta oggetto di normative "con i paraocchi"che non tengono conto della realtà e delle esigenze dell'uomo che la deve abitare, ma invece di quelle storico - architettoniche.