Recentemente ho registrato un contratto di locazione e ho trovato la sorpresa della tassa ipotecaria. Allo sportello dell'Agenzia delle Entrate mi hanno fatto presente che oltre alla tassa di registrazione del 2% sull'importo del canone annuale, sul modello F23 dovevo pagare una tassa ipotecaria di alcuni euro con un codice che non è neanche documentato nel retro del modello F23.
Deve essere una cosa fresca fresca o comunque recente, introdotta dal governo, forse da Bersani o da Padoa Schioppa, perché io non ne ho mai sentito parlare prima di questa tassa ipotecaria, a mio avviso insulsa.
La chiamano tassa ipotecaria. Non so perché. Faccio un contratto di locazione, non faccio una ipoteca o una vendita. Ma ormai, al giorno d'oggi, evidentemente fare un contratto di locazione di un immobile equivale a ipotecarlo.
Comunque la tassa l'ho dovuta pagare per avere il contratto registrato. Sono pochi euro, quanto basta per offendere la dignità della persona.
Io mi sono sentito preso in giro. La cosa mi ha proprio mandato in bestia. Sono stufo di tutta questa burocrazia che non finisce più e che va dalle ritenute d'acconto di due o tre euro sulle fatture condominiali da pagare con il modello F24, alle tasse di due o tre euro sui contratti di locazione da pagare con il modello F23 insieme alla tassa di registrazione del 2%, insieme ai due o tre bolli sul contratto di locazione.
Scusa se ti annoio con le mie paturnie, ma mi devo sgonfiare. Sono stufo e arcistufo di questo mondo e sto meditando veramente di andarmene dall'Italia un bel giorno. Devi sapere che a casa mia l'avvocato è all'ordine del giorno. Io ho a che fare tutti i giorni con condomini, inquilini, amministratori, avvocati, commercialisti e tutto un sottobosco di aziende, imprese e impresucole che non finisce più.
Tanto per raccontarti alcune delle mie tristi esperienze di condomino e amministratore proprietario, devi sapere che recentemente ho dovuto fare fronte ad un amministratore che su delega dell'assemblea mi chiedeva di pagare le spese condominiali di alcune unità immobiliari che il regolamento di condominio esonerava dalle spese. E' una storia che ho già affrontato in un caso simile e che ora si ripete. In quelle unità immobiliari il regolamento contrattuale di condominio pone dei seri vincoli sulla loro destinazione d'uso e contemporaneamente le esclude da ogni diritto condominiale, escludendole anche dal pagamento delle spese, essendo prive di millesimi.
Tuttavia l'assemblea, pretendeva il pagamento di una quota spese arbitraria stabilita dall'assemblea stessa su un criterio nel quale io non avevo voce in capitolo, essendo privo di millesimi e quindi in assemblea conto come il due di picche.
Io le spese attribuitemi non le ho volute pagare forte del titolo del regolamento di condominio registrato alla conservatoria dei registri immobiliari.
L'amministratore, iscritto all' Anaci con tanto di timbro rotondo, però, forte del mandato assembleare, mi ha fatto scrivere dal suo avvocato, al quale ho risposto picche. Non contento, l'amministratore, forte del mandato assembleare, mi ha fatto il decreto ingiuntivo che mi è arrivato a casa per mezzo del postino con tanti bolli. Io sono andato in bestia e mi sono rivolto dal mio avvocato per impugnare il decreto ingiuntivo. Avrei dovuto impugnare la delibera assembleare a suo tempo, secondo l'avvocato, ma non l'ho fatto perché l'ho sempre ritenuta nulla.
Per cui ho dato mandato al mio avvocato di impugnare il decreto ingiuntivo dell'amministratore e del suo avvocato. Il mio avvocato quindi ha preso tutti i documenti che gli ho fornito: la delibera, le mie lettere di contestazione, il regolamento e ha scritto alla controparte che i fatti stanno così e cosà e se vogliamo andare in giudizio, possiamo anche andarci.
Di fronte alla mia opposizione, ben motivata e sostenuta dall'avvocato, l'amministratore convoca l'assemblea per decidere se i condomini vogliono andare in giudizio e proseguire nella causa nei miei confronti. L'assemblea tuttavia, preso coscienza del vespaio in cui si stava cacciando, decide di lasciare perdere e di informare l'avvocato della controparte che rinuncia a chiedere il pagamento delle spese condominiali e al decreto ingiuntivo nei miei confronti.
Non poteva pensarci prima? L'amministratore non poteva già subito dire quali erano le conseguenze ed evitare questa grana a me e all'assemblea? Io le spese le avrei anche pagate, ma se c'è un documento che mi esonera, non vedo perché devo pagarle senza avere niente in cambio in termini di millesimi e di diritti condominiali sulla destinazione d'uso delle mie unità immobiliari.
Comunque questa vicenda mi ha roso il fegato, mi ha fatto perdere un sacco di tempo e di soldi e mi ha fatto perdere definitivamente fiducia negli amministratori con il timbro rotondo, perché il mio avvocato per quel poco che ha fatto, l'ha fatto bene e l'ho dovuto pagare e naturalmente i condomini si sono dovuti pagare il loro avvocato e l'inutile decreto ingiuntivo che l'ignoranza li ha portati a decidere.
Da parte mia ho rinunciato a chiedere il rimborso delle mie spese legali per non appesantire ulteriormente il malcontento che il condominio ha nei miei confronti.
Te ne racconto un'altra, sempre presa dal mio triste repertorio di esperienze di proprietario cravattaro. Tempo fa, era sabato notte, io ero a letto con la febbre, perché influenzato e mi telefona un condomino di cui sono amministratore e condomino nello stesso tempo; mi dice che si è intasata la fogna e lui, essendo al primo piano, si ritrova l'acqua degli scarichi provenienti dai piani di sopra che gli rigurgita nel suo appartamento, allagandolo e mi chiede aiuto.
Io gli dico di pensarci lui, che si aggiusti e chiami chi creda, perché quando hai la febbre e il mal di testa non ce la fai a stare in piedi e non ti viene voglia di fare niente. Così il mio condomino chiama una ditta di spurgo, di quelle toste che lavorano anche di notte e nei festivi. La ditta interviene e gli risolve il problema, ma ne crea un altro a me e al condominio. Fanno 600 euro + iva l'intervento di spurgo, somma che in parte anticipa il condomino stesso di tasca sua.
Quando però la ditta di spurgo si fa sentire da chi l'ha chiamata per il saldo, il condomino la manda da me. Io per saldarla gli chiedo i documenti che la legge pretende e cioè il foglio dello smaltimento dei liquami al depuratore. Senza quel documento rilasciato dal consorzio depuratore io non sgancio un euro. Allora la ditta torna da chi l'aveva chiamata e cioè dal condomino per farsi saldare ed evidentemente lo minaccia di azioni legali nei suoi confronti se non gli salda i 600 euro + iva. Il condomino, così minacciato, va dal suo avvocato e mi fa scrivere da lui, invitandomi a pagare il saldo alla ditta. Io naturalmente gli rispondo picche e gli faccio presente che manca il documento di smaltimento al depuratore che la ditta dovrebbe avere, dandomene una copia con la fattura e che comunque, vista l'irregolarità della cosa, la ditta la pago se lo decide il giudice.
La ditta giustifica la cosa dicendomi che si è trattato solo di un intervento di spurgo e non di svuotamento della fossa. Tuttavia io ho chiesto al condomino se la fossa era stata svuotata o meno e lui mi ha risposto che che il pozzettiere aveva portato via tutto, facendo pulita la fossa. Ora, io gli interventi di semplice spurgo in giorni lavorativi, li pago al massimo 150 euro + iva e non 600 euro.
Per esperienza io arrivo a pagare dai 400 ai 500 euro +iva quando si tratta di svuotare tutta la rete fognaria condominiale con smaltimento al depuratore di uno o due camion di liquami. Giustificando pure che si è trattato di un intervento straordinario notturno e festivo, arrivare a far pagare 600 euro per un semplice spurgo come sostiene la ditta, mi sembra eccessivo. Capisco perché i condomini si lamentano per le eccessive spese e spesso non le pagano.
Comunque l'assemblea ha autorizzato il pagamento dietro regolare presentazione dei documenti di smaltimento. Il condomino è stato rimborsato della quota da lui anticipata, ma resta da saldare la ditta alla quale io devo rispondere civilmente e legalmente sia nei suoi confronti che nei confronti dell'assemblea e la situazione e nelle mani degli avvocati e se sarà il giudice a stabile che devo pagare anche senza il foglio di smaltimento, pagherò.
Sono stufo di questa vita di burocrazia e beghe legislative. Tanto per raccontartene un'altra, ho diversi inquilini che sono morosi nel pagamento dell'affitto e delle spese condominiali e io sono stufo di scrivere per sollecitare i pagamenti e di dover chiedere l'intervento degli avvocati che non sempre riescono a risolvere il problema.
Solo recentemente ho dovuto procedere con lo sfratto di un inquilino che, pur difeso da un avvocato, non paga e mi contesta le spese condominiali. L'ho chiamato in giudizio e non si presentato, per cui il giudice ha convalidato lo sfratto, ingiungendogli di lasciare l'alloggio per fine marzo 2008. A tutt'oggi è ancora dentro e non paga e io mi trovo nella triste situazione di procedere con la forza, con il precetto e la monitoria.
L'inquilino è libero di andarsene se trova il condominio troppo caro o il proprietario troppo cravattaro, nessuno lo trattiene. Ma se non se ne va, vuol dire che dalle altre parti i prezzi non sono migliori e allora trova comodo sfruttare la situazione fino a quando la legge glielo consente, senza rendersi conto del danno morale, economico e sociale che provoca con il suo comportamento.
E io sono stufo, sono situazioni che mi rammaricano e mi stressano, forse anche con conseguenze negative che si ripercuoteranno sulla mia salute.
Potrei andare ancora avanti a raccontarti tante storie da condomino paranoico, come quella del regolamento di condominio da 100 pagine fitte fitte, ma sarà per un'altra volta. Per ora mi sono sgonfiato un poco.
tuttavia c'è di peggio, come le morti bianche, ma come dice Beppe Grillo, il peggio non deve giustificare il meno peggio.