La proprietà in Italia, è regolata dalla legge, in particolare dal Codice Civile che, con l'art. 832, recita: "Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico".
Oltre al Codice Civile, anche gli articoli 42,43,44 della Costituzione italiana riconoscono la proprietà: in particolare l'art. 42 afferma che la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, e salvo indennizzo espropriata per motivi di interesse generale.
Il guaio, è che la proprietà, sia pubblica che privata, dal mio punto di vista, è il frutto di un abuso compiuto dall'uomo ai danni dell'uomo stesso con il consenso della legge, allorché sottrae un bene che appartiene alla comunità e quindi a tutti, per destinarlo all'uso esclusivo di una singola persona o gruppo di persone.
L'intenzione che mi propongo con questo post è quella di sensibilizzare l'uomo e in particolare i proprietari di casa e di beni immobili in generale, su ciò che gli appartiene, secondo quanto scritto nella Home Page di questo sito fin dall'inizio: Siamo proprietari di una ricchezza che lo Stato italiano cerca in tutti i modi di sottrarci per sfasciarla e sprecarla. Una ricchezza che non ci appartiene, ma di cui siamo amministratori, una ricchezza da valorizzare per farne "bene comune".
Noi proprietari che rispondiamo delle nostre proprietà, in realtà stiamo compiendo un abuso a nostro danno, perché stiamo sottraendo ricchezze che dovrebbero essere di tutti, per trarne un vantaggio esclusivo, escludendo altre persone dalla condivisione, tra le quali noi stessi.
La proprietà di ogni cosa, dalla terra al cielo, appartiene all'uomo e quindi a tutta l'umanità che dovrebbe esserne responsabile in solido, godendo di diritti e di doveri. E' evidente che la proprietà, quando diventa privata, compie un abuso, perché ti espropria di un bene che ti appartiene per diritto naturale, per assegnarlo nella disponibilità esclusiva ad una singola persona.
In questo modo, oltre a prenderla in quel posto, non possiamo più disporre di quanto ci apparteneva per diritto naturale, ma dobbiamo chiedere una autorizzazione ad un'altra persona per poter disporre del nostro bene, eventualmente pagando un corrispettivo o calando le braghe. Ti rendi così conto che la tua dignità di persona viene calpestata.
Noi vogliamo essere proprietari nella condivisione di ogni cosa in cielo e in terra e non limitarci alla proprietà esclusiva di una piccola fetta di terra o di immobile. Ti rendi conto dell'assurdità? Per essere proprietari esclusivi di una piccola fetta di terra, per esempio, siamo disposti a farci fregare qualcosa di ben più grande e quindi a rinunciare a tutto il creato che ci circonda, lasciandolo nella proprietà esclusiva di altri proprietari, per poi farci la guerra tra di noi, come bestie. Sono stato chiaro? E' un comportamento che io ritengo da fessi.
Non sto scoprendo l'acqua calda. Dico che la proprietà privata ed esclusiva ha innescato un meccanismo perverso sul quale l'uomo, nel corso dei secoli, oltre a fare le guerre, ha costruito la giurisprudenza e la legge, delimitando confini, diritti, doveri, obblighi, ecc. fino a distinguere tra ciò che è mio e ciò che è tuo, oppure tra ciò che è nostro e ciò che è vostro.
E' ora di andare oltre la proprietà, perché la proprietà privata è uno degli elementi che rovina i rapporti umani e la vita stessa. Allora io dico forte e chiaro: "No alla proprietà privata". Ripetiamolo insieme: "No alla proprietà privata!", "Sì alla comunione dei beni". Perché? Perché la proprietà privata rende l'uomo una "bestia". Pensaci! Vuoi restare una bestia o vuoi affrancarti dal "bestiame" per diventare un vero uomo, padrone di te stesso e del creato nella comunione di ogni cosa? Le bestie si contendono con la forza il territorio dove vivono, secondo la legge del più forte, a fini riproduttivi e per la ricerca del cibo. Vuoi essere anche tu una bestia al loro livello?
No? E allora che aspettiamo? Non si tratta di espropriarci di ciò che possediamo, ma di metterlo in comune con tutti nella libertà, per realizzare una comunione dove ognuno si senta responsabile e padrone non soltanto di ciò che gli appartiene, ma anche di ciò che non gli appartiene, per arrivare a dire: "Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in te". E' un principio questo, tratto dal Vangelo e che ogni uomo dovrebbe far proprio fin dalla nascita.
Troppo difficile? Beh, allora restiamo pure nella categoria del bestiame, pronti per essere macellati.