Amministratori, ruolo per professionisti
L’opinione dell’A.L.A.C. Se l’iscrizione al ruolo
degli amministratori di condominio non riveste la qualità di condizione
essenziale per l’esercizio della professione (e ciò non deve essere,
a quanto dice la proposta all’art. 1, 2° c., salvo qualche furbesca
variazione nell’iter di approvazione) non si vede quale elemento di novità
o di maggiore tutela per i cittadini debba introdurre la nuova proposta nei confronti
di quella già da anni in studio presso il Colap e il CNEL e, pertanto,
già oggetto di dibattiti che ne hanno cesellato la struttura in modo tale
da intervenire nella maniera più indolore possibile nell’ambito del
mercato delle professioni non regolamentate apportando, peraltro, maggiori tutele
per il cittadino.
Non si comprende la finalità istituzionale della una nuova proposta, impostasi
sulla folla degli “albisti” (normalmente bifronti, verso la riqualificazione
dell’associazionismo del Colap a livello nazionale, ma a favore di nuovi
albi a livello regionale) se non quella di apportare nuove competenze e, pertanto,
maggior rilievo sociale ed economico alle camere di commercio e conseguenti oneri
a carico della collettività.
Che a seguito della riforma delle camere di commercio queste abbiano assunto una
rilevanza che va oltre alle loro competenze originarie non è un fatto nuovo,
che l’utile abbia superato la spesa è tutto da dimostrare.
E’ da dimostrare per quanto riguarda i mediatori, dove non esistono ancora
comportamenti (e formulari) uniformi, dove il rischio di imbattersi in professionisti
solo di nome non è un fatto trascurabile, dove non è ancora stato
chiarito entro quali limiti il mediatore risponda delle proprie azioni e dove,
soprattutto, la presenza dei grandi network ed il loro impatto sul mercato e sui
prezzi non è neppure osservato quale fenomeno da tenere sotto controllo.
E’ da dimostrare che le tanto acclamate “commissioni arbitrali”
abbiano risolto il problema delle lungaggini processuali; in realtà il
Tribunale di una metropoli può trattare decine di migliaia di cause l’anno
mentre le commissioni, per lo più, qualche decina; i costi sono maggiori,
le garanzie quasi inesistenti; i tecnici che inseriscono le clausole compromissorie
nei contratti sono gli stessi che poi decidono le controversie, una volta come
“assistente della parte” altre volte come “arbitri”; come
se avvocati e magistrati si scambiassero il ruolo ogni giorno; inoltre, sia avvocati
che magistrati giurano davanti a un ufficiale dello Stato, e ne rispondono di
conseguenza, gli arbitri no; i Giudici si spostano da un capo all’altro
del Paese, senza legami, gli arbitri fanno parte dell’uno o dell’altro
club locale.
E’ da dimostrare che una legge come quella dei ruoli serva a qualcos’altro
che ad aumentare i costi e a diminuire le garanzie per i giovani; chi amministra
già, si presenterà in assemblea vantandosi di essere iscritto all’albo
fin dal principio, mentre il giovane dovrà frequentarsi il corso (e pagarlo
profumatamente alle camere di commercio) per ritrovarsi dominato dagli “anziani”
che avranno nelle mani il potere delle commissioni con diritto di “censura”
e di “espulsione” e che formeranno le regole deontologiche a loro
uso e consumo (ad esempio sarà vietato praticare, in caso di sostituzione
di amministratore, prezzi più bassi del predecessore, sarà vietato
farsi pubblicità ecc. sarà scorretto, insomma, ogni comportamento
destinato a compromettere lo status quo).
Tutti questi tentativi di “corporare” la professione di amministratore
in un albo o in un ruolo che dir si voglia altro non sono che tentativi
di impadronirsi di una professione e di gestirne il monopolio.
Altra cosa è responsabilizzare le associazioni, ovvero permettere loro
di lavorare con criterio al fine di poter vantare gli iscritti più capaci
e corretti, ma anche permettere loro di sbagliare, garantendo la primazia a vecchi
baroni e trafficanti, con le prevedibili conseguenze a loro carico.
Chi è pronto ad accettare la sfida senza vantaggi alla partenza? L’A.L.A.C.
lo è.
Articolo del 7 novembre 2002Avv. Paolo Gatto
Presidente Nazionale A.L.A.C.
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